Una Costituzione nuova per la nuova Italia

PoliticaMente – Chi si può più stupire del M5stelle? Lo stupore, caso mai, è nel vedere che col M5stelle la gente torna a votare! Forse ha ragione Grillo, quando dice che loro non sono il problema, ma la speranza della politica. E non perché capaci di risolvere i gravi problemi della nostra società, ma perché portatori di un vento nuovo, impetuoso, che può depurare l’aria malsana che ci sta attorno.
Purtroppo, quando il saggio indica la luna, lo sciocco guarda il dito!  Corruzione politica, corruzione nelle banche, corruzione nello sport, corruzione nella Chiesa, corruzione nel mondo economico, ecc. ecc. Questa seconda Repubblica, ormai agli sgoccioli, è stata molto peggiore della prima, e in effetti sta morendo anzitempo, senza nemmeno essere diventata adulta.
E così accadrebbe anche ad una Terza Repubblica, se non si prendesse atto che sul tronco di una pianta malata gli innesti non potranno mai crescere sani e dare frutti buoni. E qui sta il punto: occorre fare la nuova Repubblica, non la Terza. Occorre ripartire dalle radici e cioè, per dare radici nuove alle istituzioni  di uno stato nei suoi principi, occorre ripartire dalla Costituzione.
Ma i conservatori resistono, sono recalcitranti, obiettano: ”Guai a chi la tocca, la Carta!” Neanche se fosse la Magna Charta. E poi anche i bambini sanno che le culture politiche (quella cattolica e quella comunista) che principalmente l’avevano ispirata, in una modalità compromissoria da “diavolo e acquasanta”, sono nell’Italia di oggi solo residuali. Il comunismo non interessa più a nessuno e il patrimonio politico dei cattolici appartiene ad una ristretta minoranza.
Occorre allora guardare la realtà di una costituzione formale che non corrisponde più a quella materiale. Facciamo l’esempio del bicameralismo. Il Senato di epoca sabauda, garante della monarchia nel periodo regio e della democrazia nella Repubblica postfascista, ora risulta un vero e proprio dinosauro. Per fare le leggi democratiche occorrono forse due Assemblee elettive? Eppure, anche le “riformicchie”,  di cui oggi si ciancia, spesso per pura demagogia o interesse di bottega, vogliono mantenere in vita il bicameralismo, cioè si accontentano di farlo diventare “imperfetto”! Ma il popolo italiano, giustamente, non sopporta più questa elefantiasi parlamentare e pretende un Parlamento snello di quattrocento/cinquecento componenti al massimo. Vogliamo ricordare poi quanti Consiglieri regionali si sono aggiunti con l’istituzione delle Regioni?! Eppure allora si dovevano abolire le Province! Facciamo, poi, l’esempio del Presidente della Repubblica? Oggi accettano tutti le sue iniziative, ma tutti concordano anche che sta svolgendo funzioni che vanno ben al di là degli stretti confini della Carta formale, tant’è che si parla, seppur impropriamente, di “Governo del Presidente”.  E che cosa diciamo del potere giudiziario? Absit iniuria verbis, ma il tribunale del popolo, invocato da Grillo, appare addirittura agli occhi dei cittadini uno strumento di giustizia più convincente rispetto ai risultati prodotti dall’attuale macchina giudiziaria che ha il motore inceppato e la carrozzeria a colori variabili.
Com’ è, dunque, evidente, non si tratta solo di “trarre il troppo e il vano” o di procedere ad un semplice restyling della Costituzione. Essa deve essere rifatta di sana pianta, perché bisogna dare altre radici alla Nuova Italia. Alla nuova Italia bisogna dare nuovi fondamenti morali che riformino la compromessa convivenza civile, che ripristinino il corretto rapporto di responsabilità nel mondo del lavoro, specialmente quello pubblico. Bisogna riscrivere una nuova Costituzione che rimetta in mano al popolo il potere giudiziario, riconosca di fatto la responsabilità civile dei Giudici e ne separi le carriere, che elimini il Senato e le Province, che riordini l’assetto delle Regioni e riduca i Comuni piccoli, che stabilisca il divieto di finanziare i Partiti (che non sono il fondamento della democrazia, anzi!), ecc. ecc. Infine, ma non per ultimo, che istituisca la Repubblica Presidenziale, non perché sia l’unica soluzione possibile, ma perché la vogliono i cittadini italiani, per affidare il potere popolare nelle mani di uno che votano direttamente, e non solo in quelle di tanti parlamentari, presso i quali la rappresentanza oggi è pure senza vincolo di mandato. Del resto, in tal senso, e da tempo i sondaggi demoscopici sono molto eloquenti. E in democrazia non conta forse la volontà del popolo?
Per questo occorre che il popolo sia chiamato ad eleggere un’assemblea Costituente, formata da soli cento membri, che in dieci/dodici mesi riscriva la Costituzione per la Nuova Italia. E stiamo certi che, se non lo deciderà questo Parlamento sulla  petizione popolare sottoscritta da oltre 50.000 cittadini, per iniziativa dei Riformisti Italiani, lo farà decidere la contestazione che sta montando sempre più nel Paese. E, forse, per molti lo spettacolo di “veder le (5) stelle” potrebbe non essere tanto divertente.
Rodolfo Marchini, dei Riformisti Italiani

Questa voce è stata pubblicata in Politica Nazionale e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento